Il Green Deal Europeo (GDE) è la nuova “strategia di crescita” dell’Unione Europea all’insegna della sostenibilità. È stato presentato l’11 dicembre 2019 dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. L’obiettivo principale dell’UE sarà raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, diventando così il primo continente a raggiungere questo obiettivo.
Il GDE è un quadro all’interno del quale l’UE presenterà leggi e misure sostenibili che dovranno contribuire alla neutralità climatica. La sostenibilità è un concetto che si declina in molti modi e ambiti differenti, seppur legati. Il GDE concentra la propria attenzione sull’emergenza climatica e la sostenibilità ambientale, ma questa deve procedere di pari passo con quella socio-economica. La rivoluzione del GDE promuoverà politiche green, ma lotterà anche contro la disuguaglianza sociale e sosterrà la transizione digitale nell’industria europea. È quindi una strategia globale che non si limita al solo settore ambientale. Un grande passo verso gli obiettivi del GDE è la proposta di legge europea sul clima, presentata dalla Commissione lo scorso luglio, che fissa l’obiettivo di tagliare le emissioni almeno del 55% entro il 2030 per poi raggiungere la neutralità climatica nei vent’anni successivi. Questa missione è in linea anche con gli Accordi di Parigi del 2015, in cui i membri delle Nazioni Unite si sono accordati per mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali. Perché la legge diventi effettiva, Parlamento europeo e Consiglio dell’UE devono approvare la misura. Il Parlamento ha proposto delle modifiche al testo. Primo, l’obiettivo deve essere più ambizioso: il taglio delle emissioni deve essere del 60% entro il 2030. Secondo, viene chiesto a tutti i Paesi membri di interrompere le sovvenzioni dirette o indirette ai combustibili fossili entro la fine del 2025. Terzo, il Parlamento propone l’istituzione di un Consiglio Europeo per i Cambiamenti Climatici (ECCC) che controlli e valuti i progressi fatti verso l’obiettivo della legge.
La riduzione delle emissioni inquinanti comporterà forti interventi in tutti i settori dell’economia dell’Unione, in particolare la mobilità, l’energia, l’edilizia e l’industria. Per questo motivo, all’interno del GDE, è stato creato il Meccanismo per una transizione giusta per bilanciare la rivoluzione green con un sostegno ai lavoratori e ai settori maggiormente colpiti dal cambiamento. Elemento principale del Meccanismo è il Fondo per una transizione giusta da 40 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, che servirà a finanziare la riconversione di territori, sostenere le imprese nell’attuazione della transizione, favorire la formazione di nuove competenze – in particolare digitali – da parte dei lavoratori. In questo modo, la Commissione potrà attutire l’impatto socio-economico delle politiche ambientali.
Il GDE gioca un ruolo importante anche nella ripresa economica post-pandemica. All’interno del Next Generation EU sono confluiti parte dei fondi per una transizione giusta. Inoltre, nei piani nazionali di ripresa economica che ogni Paese membro presenterà alla Commissione Europea per accedere ai fondi del NGE, almeno il 37% delle spese dovrà essere dedicato al clima. Anche il finanziamento del bilancio europeo nei prossimi anni contribuirà agli obiettivi del GDE. Tra le risorse proprie dell’UE potremmo contare in futuro su una tassa europea sulla plastica e un’imposta sui beni importati in proporzione al loro impatto ambientale (carbon adjustment mechanism).
La pandemia di COVID-19 h rischiato di spostare l’attenzione dagli obiettivi a lungo termine dell’UE nella lotta al cambiamento climatico alle necessità economiche a breve termine. Tuttavia, il GDE rimane una priorità anche nella lotta alle conseguenze della pandemia. Il conseguimento della neutralità climatica sarà fondamentale per costruire in futuro un’Unione Europea più verde a livello ambientale, più digitale a livello economico e più equa a livello sociale.