Gli esami di maturità sono alle porte: siete pronti per la prima prova? Il toto-temi è iniziato già da un po’ e le possibili tracce rimbalzano online. Sicuramente non mancheranno quelle legate all’attualità, perciò ecco gli ultimi approfondimenti dei nostri analisti per aiutarvi a scrivere sui principali temi di politica internazionale e darvi spunti utili ai collegamenti interdisciplinari perl’esame di maturità.
Troverete qui di seguito un elenco degli anniversari più importanti che ricorrono quest’anno e di eventi particolari che hanno un impatto a livello nazionale e globale, dalla guerra in Ucraina alla pandemia ai cambiamenti climatici.
La crisi Russia-Ucraina
Il 24 febbraio il presidente russo Vladimir Putin ordina l’invasione dell'Ucraina, in seguito alla decisione di riconoscere come indipendenti i territori ucraini controllati dai separatisti delle "Repubbliche popolari" di Donetsk e Lugansk nel Donbass. Il mondo ha visto lo spostamento di contingenti e mezzi militari nell’area, con le truppe russe avanzare verso Kiev e oltre 1 milione di cittadini ucraini fuggire verso i paesi vicini. Allarme in Europa, e nei paesi baltici e dell’Europa orientale, dove la NATO ha una presenza stabile e ha messo in allerta le proprie forze d’intervento. Nel 2014 il conflitto nel Donbass in Ucraina orientale aveva già provocato quasi 14.000 vittime e 1,5 milioni di sfollati ed era rimasto un dossier aperto per l’Europa: oltre ai costi umani, l’invasione russa ha conseguenze su diversi fronti influenzando non solo le relazioni politiche e diplomatiche tra Paesi, ma ha anche gli scambi commerciali, l’andamento dell’economia e dunque la vita quotidiana di tutti i cittadini. La Russia è stata isolata dalle potenze occidentali: Stati Uniti e Unione Europea, condannando fermamente la guerra, hanno imposto nuove sanzioni e fornito aiuti militari all’Ucraina. Paesi storicamente ancorati a una sostanziale neutralità in politica internazionale, come la Finlandia o la Svezia, si sono uniti al fronte comune, fino a chiedere di essere ammessi alla NATO. Altri Paesi, come quelli del Medio Oriente e del Nord Africa, hanno cercato un compromesso per restare con l’Occidente (a cui sono legati per ragioni geografiche e di sicurezza, oltre che economiche e commerciali) senza rischiare di compromettere le relazioni con Mosca. Le sanzioni contro la Russia restano l'opzione principale per l’Occidente ma, dopo mesi di guerra, emergono nuove criticità: tra chi afferma che sarà l'Ucraina aggredita a stabilire quale pace ci sarà e chi pensa che per fermare la guerra bisognerà lasciar vincere “qualcosa” anche a Vladimir Putin, non si possono ignorare grossi problemi già emersi con la pandemia e che ora continuano ad aggravarsi, come il rialzo dei prezzi e l’inflazione, la crisi delle materie prime, gas e petrolio, il grano bloccato e non redistribuito, i cambiamenti climatici.
(Qui sono riassunti tutti i più recenti approfondimenti sulla crisi ucraina).
La pandemia
Il 31 dicembre 2019 un tipo di polmonite di origine sconosciuta è stato segnalato a Wuhan City dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Abbiamo iniziato a vivere situazioni per noi senza precedenti, tra chiusure e aperture, lockdown e limitazioni a spostamenti e contatti con le altre persone, mentre si cercava una cura per quella che è diventata un’epidemia di Covid-19. Per alcuni Paesi, tra cui l’Italia, è stata l’evento più grave dal dopoguerra a oggi e con il più profondo impatto sulle vite di tutti. Milioni di persone nel mondo hanno dovuto cambiare drasticamente e improvvisamente le proprie abitudini, con conseguenze in ogni ambito, sociale, economico, lavorativo ecc. Basti pensare anche solo a come sono cambiate le stesse città e le abitudini dei cittadini: ristoranti e bar si sono riorganizzati con spazi all’aperto, sfruttando angoli di strada o parcheggi. Le attività all’aria aperta sono aumentate e la stessa idea di spazio pubblico sta forse cambiando perchè tutti ci porteremo dietro, ancora per un po’, l’esperienza del distanziamento e il pensiero del contagio.
Dopo due anni, però, siamo ancora alle prese di questo virus, tra contagi ancora in salita e nuove varianti. (Approfondimenti nel podcast” Covid-19: cos'è cambiato due anni dopo“)
È evidente che la pandemia ha aggravato situazioni già precarie e scatenato altre crisi, economiche e sociali, ma si può sperare che, proprio la portata di questo evento, ci spinga ad avviare finalmente quelle trasformazioni necessarie anche a scongiurare rischi futuri legati per esempio ai cambiamenti climatici.
Cambiamenti climatici
Sono i cambiamenti a lungo termine delle temperature e dei modelli meteorologici: possono verificarsi in maniera naturale, per esempio a causa delle variazioni del ciclo solare, ma dal 19° secolo le attività umane hanno fortemente contribuito all’origine dei cambiamenti climatici, con la combustione di combustibili fossili che genera emissioni di gas a effetto serra e, di conseguenza, l’innalzamento delle temperature (l’ultimo decennio, 2011-2020, è stato il più caldo mai registrato). I cambiamenti climatici però non significano solo temperature più elevate e possono influenzare anche altre zone con conseguenze di vario tipo (siccità intense, scarsità d’acqua, incendi gravi, innalzamento dei livelli del mare, inondazioni, scioglimento dei ghiacci polari, tempeste catastrofiche e riduzione della biodiversità). Possono incidere sulla salute, sulla capacità di coltivare cibo, sull’alloggio, sulla sicurezza e sul lavoro di tutti noi. Alcune persone sono già più esposte agli effetti climatici (per esempio chi vive in piccole nazioni insulari e in paesi in via di sviluppo) e si prevede anche un aumento dei “rifugiati climatici”. In una serie di rapporti dell’ONU, migliaia di scienziati e revisori statali hanno convenuto che limitare l’innalzamento della temperatura globale a non più di 1,5°C aiuterebbe a evitare effetti climatici peggiori, ma al momento le emissioni non rallentano e siamo lontani dal raggiungere gli obiettivi (UNRIC.org). Infatti, mentre la comunità scientifica procede con studi e indicazioni per la lotta ai cambiamenti climatici, politica e dibattito pubblico vanno più. Solo qualche eccezione, tra cui la Cina che, approfittando anche dell’assenza degli Stati Uniti, cerca di porsi come partner affidabile a soggetti quali l’Unione Europea che hanno fatto della politica climatico-ambientale un importante strumento sia di coesione interna sia di proiezione internazionale (Non solo climate change)
Le emissioni all’origine dei cambiamenti climatici sono generate in ogni parte del mondo (il contributo dei 10 paesi maggiormente responsabili delle emissioni è pari al 68%). Le soluzioni ai cambiamenti climatici ci sono e possono anche apportare vantaggi economici migliorando al contempo le nostre vite e proteggendo l’ambiente, per esempio puntando di più sull’uso delle fonti rinnovabili, investendo sulla transizione green e attrezzandosi per il riadattamento dell’intero sistema, a protezione di persone, abitazioni, imprese, infrastrutture (i sistemi di allarme rapido per le catastrofi, per esempio, salvano vite e beni materiali e possono apportare benefici fino a 10 volte superiori al costo iniziale).