Arrivano i racconti dei funzionari, che dopo una percorso fatto di tante esperienze diverse, raggiungono i loro primi incarichi ufficiali, all’interno delle agenzie delle Nazioni Unite. E’ il caso di Luca Curci, Associate Inter-Organisation Officer per UNHCR a Ginevra, intervistato da Francesca Robbiati.
Luca, qual è il tuo background? Dopo essermi laureato in Scienze Politiche con indirizzo internazionale, non avevo le idee molto chiare sul mio futuro. Ho seguito il Corso in preparazione alla Carriera Diplomatica dell’ISPI, ma mi sono reso conto che la diplomazia non era la mia strada. Pur non avendo una preparazione specifica nel campo della cooperazione internazionale, sono riuscito partire per la Bosnia con una Ong milanese, AiBi. Ho lavorato per Aibi sino al 1999. Dopo una breve parentesi con la cooperazione italiana e con Intersos, ho ottenuto un posto come UNV (United Nations Volunteers) per UNHCR sempre in Bosnia. Mi sono fermato nei Balcani per circa 5 anni, prima di approdare alla sede centrale di UNHCR a Ginevra grazie al programma JPO (Junior Professional Officer).
Di che cosa si occupa un JPO?
Attualmente sono Inter-Organisation Officer per UNHCR a Ginevra. Come JPO mi occupo soprattutto del coordinamento tra UNHCR e le altre agenzie ONU partecipando a riunioni e preparando documenti relativi alla posizione dell’Alto Commissariato rispetto ai temi in agenda che sono tra i più vari: dalla sicurezza del personale ONU nelle missioni alla politica di assistenza agli sfollati in determinati Paesi, dalla rehabilitation alla posizione sul gap tra assistenza umanitaria e sviluppo sostenibile, tema particolarmente caro all’Alto Commissario. Nella mia posizione collaboro con il mio supervisor che mi coinvolge in gran parte delle questioni. Alcuni miei colleghi JPO che si trovano sul campohanno livelli di autonomia anche superiori.
Quali consigli puoi dare per prepararsi per un percorso internazionale?
Se si hanno le idee già abbastanza chiare sul futuro, è bene indirizzare la preparazione in settori specifici. All’interno di UNHCR ci sono spazi per diverse professionalità, dall’esperto in diritti umani a chi si occupa della legislazione sui rifugiati, dai logisti che si occupano dell’assistenza, ai tecnici agrari. Per poter lavorare in un organismo come UNHCR, è importante la spinta e la motivazione personale: ci si trova spesso, soprattutto se si opera sul campo, a lavorare in situazioni particolarmente disagiate in cui il livello di stress è molto forte. Occorre un grande equilibrio per poter lavorare un queste condizioni. Prendendo spunto dall’esperienza personale, infine, credo sia utile fare esperienza anche con Organizzazioni Non Governative, ottima “palestra” per approdare al mondo ONU ma anche, viceversa, prospettiva interessante per chi lasciando UNHCR voglia comunque continuare a lavorare nel settore della cooperazione.