Dal 22 al 25 maggio oltre 500 milioni di cittadini nei 28 paesi membri dell’Unione europea sono chiamati a scegliere i prossimi 751 parlamentari europei. Elezioni che si svolgono in un contesto in cui la crisi economica non è ancora del tutto alle spalle, in cui la disoccupazione giovanile tocca il 24% in Europa e le persone a rischio povertà o esclusione sociale sono 120 milioni. Un contesto che sta rendendo particolarmente importante un appuntamento spesso considerato "di secondo livello", una sorta di elezione nazionale di medio termine usata più o meno strumentalmente dai leader politici per tastare il polso dei propri elettori. Questa volta le cose sembrano, almeno in parte, diverse perché dopo anni di recessione, salvataggi (di banche e stati), di "austerity" e "troika", le elezioni vengono vissute come il momento in cui dire la propria sugli effetti delle politiche europee sulla vita dei cittadini. Anzi rappresentano anche l’occasione per interrogarsi sulla desiderabilità non solo di un'ulteriore integrazione, ma addirittura dell’Unione stessa e della sua maggiore realizzazione, l’euro. Il Dossier fornisce analisi e previsioni su come potrebbero cambiare lo scenario politico europeo e i rapporti di forza a Bruxelles, anche a causa della probabile avanzata dei movimenti euroscettici; sull’impatto nei principali paesi membri, dentro e fuori l’Eurozona; sulle prospettive per l’intera Unione europea. Tutto ciò in un momento particolarmente delicato per l’Italia, sia dal punto di vista politico che economico, e alla vigilia della Presidenza di turno del Consiglio dell’Ue. (I cinque candidati alla Commissione europea/Foto: Bernd Riegert)
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